"Fai che li cibo sia la tua medicina e la tua medicina sia il cibo”. Così recitava Ippocrate, padre della medicina, e così sostenevano tutte le antiche civiltà del mondo. La salute, infatti, è legata indissolubilmente a un’alimentazione sana e bilanciata. Ogni giorno però ci troviamo presi tra due fuochi e facciamo fatica a districarci, sottoposti come siamo a una miriade di stimoli discordanti. Da una parte pubblicità martellanti che ci invitano ad acquistare cibi industriali e ultraprocessati, dall’altra riviste e libri che offrono diete miracolose o pillole portentose.Digiuno Immaginale di Selene Calloni Williams arriva proprio al momento giusto, in un’epoca in cui è necessario/doveroso rivedere tutto il concetto di alimentazione, epurarlo da numeri e calcoli e ritornare alle origini per riscoprire un rapporto sano con il cibarsi. In Digiuno Immaginale l’autrice ci invita infatti a riscoprire la sacralità dell’atto del cibarsi e del digiunare e lo fa da un punto di vista completamente innovativo, simbolico e spirituale. Ci regala un libro che stravolge la nostra visione del cibo, non parla di biochimica ma di anima, ci insegna a uscire dalla prigione della mente che ci fa vedere una fragola come un insieme di vitamine, minerali, fibre e non come a un qualcosa che diventerà parte di noi, della nostra anima e del nostro corpo. E allora non potremo più guardare il cibo come qualcosa di puramente materiale, cucinare pensando ad altro, masticare poco e distrattamente, portare alla bocca tutto quello che il mondo ci propina. Perché mangiare significa divorare altre vite, cambiare loro forma, trasformarle da qualcosa di visibile a qualcosa di invisibile; mangiare è quindi un atto sacro legato indissolubilmente alla morte. Selene poi ci mostra il digiuno in un’ottica completamente diversa da quella moderna che lo vede come strumento di privazione, di punizione per un pasto troppo sregolato o qualche chilo di troppo. Ci riporta al significato vero del digiuno, apprezzato e praticato da tutte le antiche popolazioni che lo percepivano come uno strumento per crescere, vivere più consapevolmente e avvicinarsi al divino. Pitagora, lo sciamano greco vegetariano, infatti lo prescriveva ai suoi allievi.Allo stesso modo Selene ci propone un percorso di 9 giorni, ispirato appunto al mondo greco e in particolare alla filosofia pitagorica, ci accompagna in un viaggio sciamanico, un soul retrieval, una caccia all’anima. Ogni giorno ci propone un’alimentazione immaginale di stampo macrobiotico, pratiche meditative e rituali accompagnandoci progressivamente verso un digiuno consapevole in cui riusciremo a allontanarci da questo mondo meccanicistico per avvicinarci un pochino di più a quello dell’anima.Mi sono piaciuti tantissimo i racconti mitologici presenti nel libro che sono tutti legati all’alimentazione, al digiuno e alla morte: Orfeo che viaggia negli inferi per portare indietro Euridice, Demetra che vaga per ritrovare la figlia Persefone, Dioniso che nasce per la seconda volta come divinità...Ho apprezzato inoltre che nell’appendice siano proposte ricette della cucina immaginale (da provare assolutamente la schiacciata al grano saraceno e la crema di fagioli azuki!) che ci aiutano ad avvicinarci a un’alimentazione più sana e rispettosa e che tengono sempre conto della stagionalità e di eventuali allergie/intolleranze. L’autrice ha infatti l’umiltà di consigliare sempre attenzione o il parere di un medico nel caso di patologie o problemi particolari. Insieme al libro ho avuto inoltre la fortuna di ricevere il taccuino di viaggio che è veramente una chicca, pensavo che le pagine fossero bianche invece sono colorate, divise per ognuna delle 9 tappe del percorso verso il digiuno e per ogni giornata sono presenti mantra, frasi e pratiche meditative.Questo è sicuramente un libro da avere in libreria, da sfogliare e rileggere, da regalare a chi voglia vedere l’alimentazione da una prospettiva nuova e illuminata, un libro di ribellione che sfida gli stereotipi, i cliché, le credenze di massa. Consiglio questo libro a tutti perché credo che sia adatto, come tutti quelli di Selene, a chiunque perché ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si è trovato nella condizione di “scontrarsi” con il cibo. Grazie Selene!